Stili redazionali particolari
In un periodo particolarmente difficile per tutto il mondo in cui tutti parlano di questo nuovo virus che ci ha colpito (COVID-19), chi a buon diritto, chi tanto per parlare, preferisco affrontare un altro argomento. Anche alla luce di un recente corso on-line che ho frequentato sulla comunicazione nelle istituzioni europee, desidero parlarvi dello stile redazionale dei documenti dell’Unione europea.
Una sfida anche per i traduttori più esperti
Di fronte a un testo dell’Unione europea anche i traduttori più navigati sono costretti a rivedere alcuni aspetti del loro modo di scrivere che consideravano punti fermi della lingua italiana. Se pensano che sia sufficiente, per quanto necessario, affidarsi al sito EUR LEX, al glossario IATE o al sito dell’Accademia della Crusca per eventuali dubbi si sbagliano.
Infatti, una traduzione più che soddisfacente dal punto di vista del contenuto, può benissimo essere criticata e corretta dal committente dal punto di vista dello stile.
Alcune particolarità
In soccorso dei traduttori viene il Manuale interistituzionale pubblicato dalla stessa Unione europea. Un documento di quasi trecento pagine che è bene leggere tutto o quanto meno consultare quando necessario con la classica funzione Trova. E consultandolo ci si accorge che se lo IATE dà le sue indicazioni su come scrivere i nomi delle diverse istituzioni e dei diversi organismi dell’Unione europea, spesso queste non sono esatte. Mi riferisco, in particolare, all’uso delle maiuscole nell’indicare le istituzioni e gli organismi, del tipo di virgolette da utilizzare per le citazioni, del tipo di trattino da utilizzare per gli incisi e del modo in cui riportare gli atti emanati dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione europea.
Alcuni esempi
Se il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio vanno indicati con la lettera maiuscola nella prima parola, i nomi delle commissioni vanno indicati in minuscolo (es. commissione ECON) anche quando in inglese compaiono in lettera maiuscola.
Le parole parlamento (quando si riferisce a quello nazionale), presidente del consiglio o del parlamento vanno indicati in minuscolo, Presidente della Repubblica in maiuscolo. E lo stesso dicasi per i ministri, per i quali però esiste un’altra particolarità: ministro degli Affari esteri va scritto proprio così come l’ho appena riportato. La parola paese o paesi va sempre in minuscolo, anche se l’Accademia della Crusca ci dice chiaramente che quando scritto in minuscolo paese si riferisce a un piccolo borgo, mentre quando riferito a una nazione sarebbe buona norma scriverlo in maiuscolo.
Per gli incisi va impiegato sempre il trattino lungo, mentre per quanto riguarda le citazioni bisogna attenersi alle seguenti indicazioni:
La prima citazione va riportata tra virgolette basse (o alla francese), ossia «…», la citazione nella citazione tra virgolette alte (o all’italiana), ossia “…” e la citazione nella citazione nella citazione tra virgolette singole, ossia ‘…’.
E gli esempi potrebbero continuare…
Gli esempi relativi a questo particolare stile redazionale potrebbero ancora continuare e non è questa la sede per elencarli tutti.
Suggerisco a chi fosse interessato, non mi rivolgo a chi è impegnato a tradurre questo tipo di testi perché già ne è pienamente al corrente ma a chi vuole soddisfare una propria curiosità, di scaricare e consultare il suddetto Manuale al seguente indirizzo: https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/e774ea2a-ef84-4bf6-be92-c9ebebf91c1b
Buona Unione europea a tutti!